In seguito ad un pranzo presso il ristorante La Barrique di Torino, ho collegato il luogo al fatto che tra i tanti ristoranti visitati negli anni questo si possa prendere come un riferimento classico per la valutazione del riconoscimento più ambito dagli chef (per altri invece è un punto di partenza).
La sala è raccolta e ben isolata dal caotico esterno tra cavalcavia ferroviario e direttrici trafficate della città.
Le tonalità neutre dell'arredamento rendono ovattato rilassante l'ambiente, la musica soffusa e la discreta e corretta professionalità in sala predispongono il cliente al meglio.
Lo chef presenta una cucina dalle basi solide, rispettose della tradizione e proposte più audaci ma comprensibili e coerenti. Le preparazioni sono ben eseguite senza lasciare alcun dubbio su quale sia l'obbiettivo: accontentare il cliente senza lasciare dubbi se quello nel piatto era voluto oppure un errore di preparazione.
 |
amuse bouche |
 |
agnolotti ai tre arrosti |
 |
cosciotto di capretto |
 |
anatra al pepe di sechuan |
 |
sorbetto |
Nessun commento:
Posta un commento