Situato
fuori dal caotico centro "commerciale" di Livigno, lo
chalet Mattias ci accoglie in una bella giornata estiva ma
leggermente ventilata che ci convince a pranzare all'interno. Meglio
evitare di innervosirsi con tovaglioli svolazzanti e piatti che si
raffreddano troppo velocemente anche se il gradevole giardino estivo
invoglia non poco.
L'arredamento
della piccola sala da pranzo, come ci si aspetta da un ristorante a
oltre 1800 mt di quota rispecchia fedelmente la tradizione di
montagna.
Lo chef
Mattias Peri che per primo in Valtellina è stato insignito della
stella Michelin già dal 2009, propone una cucina di tradizione
rivisitata, rinnovata in chiave moderna con qualche tocco creativo ma
senza scostarsi molto da quello che la clientela cerca quando
frequenta certi luoghi. Esistono anche percorsi e menù con piatti di
più ampio respiro e creatività per soddisfare le esigenze di chi
sentisse il bisogno di spaziare ed evadere.
Notevole
la carta dei vini che conta oltre 700 referenze e la selezione di
distillati vi invoglierà a finire il pranzo con un rinforzino finale
sempre che non si debba guidare (i tornanti non permettono alcuna
distrazione).
La
nostra scelta dei menù si rivolge alla tradizione che prevede come
amuse bouche una bruschetta vista in chiave moderna essendo servita
in una tazzina sotto forma di spuma.
un’entrata di vera tradizione
e cioè dell’ ottima bresaola con gli sciatt (tipiche frittelle di
grano saraceno ripiene di formaggio). A seguire degli intriganti e
gustosi gnocchi di ortiche (raccolte nei prati circostanti) con spuma
di casera un piatto che viste le materie prime utilizzate sarebbe
facile riuscire ad avere un risultato rustico e greve, invece lo chef
ce lo ha ha proposto in una versione decisamente elegante . mentre il
piatto di carne era composto da golosissime e tenerissime guance di
maiale e di manzo brasate e cotte con preparazioni differenti ma
ugualmente saporite e sapide accompagnate da una fetta di polenta.
Abbiamo anche provato un piatto di gamberi spadellati al vin santo
su insalata di frutta e verdura decisamente fuori dalla tradizione ma
che rivelano anch’essi le ottime capacità tecniche della cucina di
Mattias Peri.
Per
finire in bellezza niente di meglio che una creme brulée alle gemme
di pino e crema di rabarbaro ed una deliziosa torta Sacher rivisitata con e
gelato ai lamponi.
Il
pranzo è stato accompagnato da una bottiglia selezionata tra la
vasta carta dei vini del ristorante, un vino difficile da reperire e
che forse non ha mai ricevuto le attenzioni che meritava da parte
della critica.
Quando si trova un Rosso 1997 di Gravner a certi prezzi è meglio non rischiare ed andare sul sicuro. Il vino è quanto di meglio si possa trovare sul mercato per la sua fine ed elegante espressività al naso, mai esagerato, ben definito negli aromi primari e secondari e leggere note terziarie, complesso come dovrebbe essere un grande vino in età matura, equilibrato al naso e mai aggressivo in bocca, lungamente persistente e dalla bassa gradazione alcolica che lo mette ai vertici assoluti per bevibilità e per tutela del proprio fegato.
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